Giornata mondiale della biodiversità, ognuno di noi può essere “parte del piano”

L’edizione di quest’anno è dedicata al Global Biodiversity Framework, di cui si discuterà largamente alla COP16 di ottobre, in Colombia

“Sii parte del piano”, be part of the plan: è questo il tema della Giornata mondiale della biodiversità (International Day for Biodiversity) del 22 maggio 2024. Quest’anno, la ricorrenza è dedicata infatti al Global Biodiversity Framework, importantissimo trattato internazionale siglato nel dicembre del 2022 alla COP15 di Montréal.

Giornata mondiale della biodiversità 2024

L’accordo fissa quattro obiettivi principali da raggiungere entro il 2050, ma anche ventitré target intermedi. Fra questi, c’è l’ambizione di arrivare a proteggere almeno il 30 per cento del Pianeta, dagli oceani alle terre emerse, entro il 2030. Scopo finale del Framework è quello di arrestare la perdita di biodiversità su scala globale, ripristinando gli ecosistemi danneggiati e riducendo drasticamente i tassi di estinzione delle specie animali e vegetali.

La COP16 sulla biodiversità

La COP16, che si svolgerà in Colombia dal 21 ottobre al primo novembre, sarà un’occasione importante per fare il punto sui progressi compiuti negli ultimi due anni e per ribadire la necessità di coinvolgere l’intera società nell’implementazione del piano, dalle comunità locali alle popolazioni indigene, dai governi alle ONG, dalle aziende ai cittadini.

“Siamo lieti che sia il governo colombiano a ospitare la COP16. La Colombia vanta una ricchissima biodiversità, è un esempio di come si possa interagire positivamente con le popolazioni indigene e le comunità locali ed è in prima linea nella conservazione e nell’impiego sostenibile delle risorse naturali”, ha commentato David Cooper, segretario esecutivo della Convenzione sulla diversità biologica.

L’Italian Business @ Biodiversity Working Group

Con oltre 58.000 specie faunistiche e 6.700 specie di piante, anche l’Italia ospita una ricca biodiversità. Nel nostro Paese vivono circa un terzo delle specie animali e la metà di quelle vegetali presenti in Europa: è quanto emerge da un’analisi della Coldiretti su dati CBD.

Non a caso, alla COP16 sarà presente anche una delegazione dell’Italian Business @ Biodiversity Working Group, un’iniziativa nata nel 2023 che mira a creare un network italiano di aziende e istituzioni finanziarie che vogliono contribuire a un futuro nature-positive, in linea con gli obiettivi del Global Biodiversity Framework e della Nature Restoration Law della Commissione europea. Il 25 giugno a Milano, nel corso di un evento dedicato alla finanza sostenibile, avverrà il lancio ufficiale dell’iniziativa e saranno presentati dati utili.

Il passaggio a un’economia rigenerativa

Fra le realtà che hanno adottato un modello di business nature-positive c’è la Fondazione Capellino, che “destina il 100 per cento dei profitti di Almo Nature alla realizzazione di progetti per la protezione del Pianeta e della biodiversità. Questo modello, che chiamiamo ‘Reintegration Economy’, ha l’obiettivo di restituire alla natura ciò che le è stato sottratto e promuovere iniziative che coinvolgono il benessere di tutti i cittadini”, spiega il presidente, Pier Giovanni Capellino.

tartarughe marine
Foto di Wexor Tmg/Unsplash

 

Uno dei progetti riguarda la protezione delle specie che vivono nell’area marina protetta “Isola dell’Asinara”, in Sardegna, fra cui tursiopi, balenottere e tartarughe comuni (Caretta caretta). Il lavoro svolto assieme ai pescatori nell’ambito di specifici tavoli tecnici ha portato alla proposta di ampliamento dell’AMP, così da includere un sito Natura 2000. L’area, che oggi ha un’estensione di quasi undicimila ettari, potrebbe così essere ampliata di una porzione compresa fra i mille e i seimila ettari.

La salvaguardia della biodiversità marina

Parte sempre dall’Italia, per arrivare all’Oceano indiano, un altro progetto volto alla salvaguardia della biodiversità marina: si tratta di Map the Giants, un’iniziativa dell’Università di Milano-Bicocca che ha l’obiettivo di esplorare gli atolli più remoti delle Maldive alla ricerca dei coralli giganti, “l’equivalente marino delle sequoie”.

“Non vogliamo solo trovare i coralli giganti, ma anche mapparli e identificarne le specie, misurarli e stabilirne lo stato di conservazione: alcune colonie di corallo producono ancora cloni di larve che si sono insediate centinaia di anni fa, e potrebbero costituire preziose testimonianze di adattamento, utili per salvare la scogliere coralline del futuro”, spiega Simone Montano, ricercatore del MaRHE Center della Bicocca e responsabile del progetto.

Nell’ottica di sostenere la ricerca è stata avviata una campagna per raccogliere diecimila euro sulla piattaforma di crowdfunding Ideaginger.it: una volta raggiunto il 50 per cento dell’obiettivo, l’ateneo cofinanzierà la campagna con ulteriori cinquemila euro. Può contribuire chiunque lo desideri, così da essere “parte del piano”.

E non è l’unico modo: anche le azioni che compiamo ogni giorno possono fare la differenza. Dalla scelta di capi realizzati con tessuti naturali che non rilasciano microplastiche a ogni lavaggio, alla scelta di fiori sul balcone o in giardino che possano attirare le api, fino a una votazione consapevole in occasione delle elezioni europee di giugno.

Fonte: Canale Energia

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