Si era ipotizzato un vero e proprio “stop al carbone” per i Paesi del G7, ma alla fine i sette Paesi più industrializzati del globo, riuniti a Torino per la Ministeriale su Clima, Energia e Ambiente, hanno stabilito l’impegno a “chiudere gli impianti privi di sistemi di abbattimento delle emissioni durante la prima metà degli anni 2030, o in linea con l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro gli 1,5 gradi”.
La “Carta di Venaria”
Resta l’impegno a triplicare la capacità rinnovabile, come stabilito a COP28, e la volontà di promuovere la ricerca nell’ambito della fusione nucleare. Questi i principali punti della “Carta di Venaria”, il comunicato finale redatto da Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Giappone al termine del vertice di Venaria Reale, il 30 aprile. Un documento che punta sulla finanza climatica per fronteggiare una triplice crisi: inquinamento, cambiamenti climatici e perdita di biodiversità.
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La questione della geotermia in Italia
Guardando alle rinnovabili, si è parlato poco di geotermia, nonostante il REPowerEU punti a triplicarla entro il 2030. “La geotermia è uno dei nuovi fronti importanti di produzione, perché la moderna geotermia può andare fino a 5-6mila metri di profondità e perché non spreca acqua, ma praticamente recupera solamente il calore”, ha dichiarato il Ministro Pichetto Fratin in conferenza stampa, rispondendo a una domanda posta dalla redazione di Canale Energia.
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“È una risorsa importante per il nostro Paese ed è chiaro che dovrà essere anche oggetto di sostegno, in qualche modo, essendo una fonte di produzione che nella fase di ricerca è più costosa di altre. Proprio per questo, è intenzione da parte del Governo – e stiamo affrontando la questione con geologi e altri esperti – creare una condizione normativa che possa stimolare il settore o quantomeno alleviare le perdite derivanti dalla fase di ricerca. Più energia rinnovabile si produce, meglio è, guardando al Net Zero”, ha concluso il Ministro.
La Coalizione G7 sull’acqua
Pichetto Fratin ha giustamente citato la questione delle risorse idriche perché ha ricevuto particolare attenzione da parte dei Ministri riuniti a Torino, dove hanno lanciato la nuova “Coalizione G7 sull’acqua”: è la prima iniziativa dei Paesi membri sul tema e potrà promuovere una sintesi delle posizioni comuni da rappresentare nei consessi internazionali.
L’AOMI giapponese e la roadmap di Ottawa
Preservare l’acqua significa tutelare anche gli ecosistemi acquatici e, in particolare, gli oceani, tanto che il Ministro Pichetto Fratin ha dichiarato che il nostro Paese “si impegnerà a ratificare, in vista della Conferenza di Nizza del 2025, i risultati raggiunti durante le precedenti conferenze”.
Il Ministro giapponese Yagi Tetsuya ha annunciato che il Giappone effettuerà un’importante mappatura delle microplastiche negli oceani, lanciando una banca dati nota come Atlas of Ocean Microplastics (AOMI).
A proposito di inquinamento causato dalla plastica, il Ministro canadese dell’Ambiente e dei Cambiamenti climatici, Steven Guilbeault ha giustamente ricordato che a Ottawa si è appena conclusa la quarta sessione del Comitato intergovernativo di negoziazione sul tema (INC-4).
“Rispetto al testo inziale redatto in Kenya, che era molto lungo e ricco di punti critici, sono stati compiuti straordinari progressi”, ha detto Guilbeault a Canale Energia in conferenza stampa. “C’è ancora molto lavoro da fare per arrivare a un trattato globale vincolante al termine dell’INC-5 (previsto a fine novembre, n.d.r.), ma il fatto che abbiamo un buon documento di partenza e che avremo un intersessional meeting prima dell’incontro finale ci spingono a essere ottimisti”, ha concluso il Ministro.
Fonte: Canale Energia