Tecnologia e riciclo per ridurre le emissioni dell’industria del vetro

Gli ultimi dati di Assovetro, l'associazione nazionale degli industriali del vetro

Tecnologia e riciclo per ridurre le emissioni dell’industria del vetro

Il tema della decarbonizzazione delle industrie energivore è sempre più pressante tra soluzioni legate a mix energetico e abbattimento di consumi all’origine usando materiale riciclato che permette di ridurre i costi di produzione e smaltimento.

Su questo tavolo si confrontano industrie, tecnologie e quadro regolatorio, non sempre nello stesso ordine ma con uno stesso intento restare competitivi nel mercato.

Già oggi l’industria del vetro ha raggiunto e superato i target europei di riciclo previsti per il comparto. Difatti al 75% dei target al 2030 dell’UE l’Italia risponde con un dato previsto al 2023 di 80,4%.

Aumenta anche l’impegno verso l’abbattimento delle emissioni prodotte con un maggiore uso di energie rinnovabili con l’11% di utilizzo segnando un +1% rispetto l’anno precedente. L’utilizzo del rottame di vetro è arrivato all’85-87%. Una riduzione di polveri in atmosfera (-53%) e la riduzione dei consumi idrici (+11%). Questi i dati del comparto della produzione ed export del vetro cavo rilasciati da Assovetro, l’associazione nazionale degli industriali del vetro, ieri a Roma.

Una transizione ecologica attenta all’industria

Un tema quello della sostenibilità del comparto industriale caro al Governo come sottolinea il viceministro Vannia Gava all’incontro dell’Associazione, ribadendo l’impegno per una transizione ecologica che punti sulla neutralità tecnologica. L’intento è non lasciare indietro il sistema produttivo e “continuare nel dialogo e nell’interlocuzione con le imprese. Nel Pniec abbiamo inserito un mix energetico. Per garantire anche aziende energivore. Il gas serve come elemento di transizione e non possiamo esimerci di studiare di più il nucleare”.

Attenzione alla tecnologia per risparmiare CO2

Non manca l’attenzione del comparto alla innovazione tecnologica che può consentire ulteriori risparmi energetici come con impianti di cogenerazione da cui l’esempio della vetreria Zignago Vetro, presentato nel corso dell’incontro, in cui è stato realizzato anche un impianto di teleriscaldamento a partire dall’impianto da biomassa di scarti agricoli che alimenta per il 38% i consumi della vetreria. Ma anche a soluzioni più semplice ma di sicuro impatto come la possibilità di utilizzare anche il 100% di rottami di vetro se si producessero solo vetri scuri, arrivando a risparmiare CO2.

E’ stato stimato difatti che con una tonnellata di rottame di vetro si può arrivare a risparmiare circa 0,67 tonnellate di CO2. Questo vuol dire che se un forno di medie e grandi dimensioni producesse invece di vetro cavo bianco solo vetro cavi scuro si arriverebbe a emettere, secondo i dati dell’Associazione, invece di 63,800 tonnellate di CO2 l’anno circa 52.800 tonnellate. Circa il 17% in meno di CO2 all’anno.

Daltronde il riciclo di materia prima si presenta in più settori come il primo elemento di efficienza dei consumi e delle materie prime vedi anche il caso di acciaio e alluminio, altre realtà altamente energivore.

Verallia sta invece sperimentando una tecnica di preriscaldamento di gas e ossigeno che permette di ridurre l’uso di combustibile di circa il 5%. Mentre nello Stabilimento O-I di Villotta Chions si sta sperimentando la tecnologia Oxy-fuel che permette la riduzione delle energia impiegata di circa il 38%e dell’80% di emissioni.

Fonte: Canale Energia

Rimani aggiornato, iscriviti alla nostra Newsletter per Categoria

Seleziona Categoria (o più di una):

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Condividi ora!

Facebook
X
LinkedIn
WhatsApp
Telegram
Stampa
Area Aziende
Area lavoratori
Storico articoli
Categorie
Ricerca figure Professionali
Bandi