E’ quanto emerge dall‘ultimo studio realizzato dall’Osservatorio H2 Verde Agici-Fichtner Italia.
“Sono fortemente convinto che l’Italia potrà giocare un ruolo primario, anche come hub logistico, nel mercato europeo dell’idrogeno green, ma per farlo deve adottare una serie di misure che ne favoriscano la realizzazione” rimarca Enrico D’Angelo, amministratore delegato e Founder di ErreDue, azienda impegnata nella progettazione e produzione di soluzioni di produzione, miscelazione e purificazione on-site di gas tecnici.
“L’Italia potrà ricoprire nei prossimi anni un ruolo chiave nel favorire lo sviluppo di un mercato internazionale dell’idrogeno, ma ora più che mai risulta fondamentale avere una chiara visione strategica e stimolare ulteriormente gli investimenti nel settore.”
L’idrogeno verde in Italia oggi
Ad oggi sono 313 le iniziative in corso come censito dall’osservatorio H2 Verde Agici-Fichtner. Di queste 151 hanno preso il via proprio nel primo semestre 2023, con una crescita del 93% rispetto alla fine del 2022. Un risultato che è stato possibile raggiungere soprattutto grazie ai finanziamenti pubblici derivanti dai fondi del PNRR che ammontano a 1,14 miliardi di euro.
“Occorre solo che privati e Istituzioni procedano all’unisono e che si gettino le basi per lo sviluppo di un vero mercato competitivo a livello internazionale” conclude D’Angelo.
L’allarme. L’idrogeno verde in Europa non sarà competitivo senza sostegno pubblico.
Un report di Boston Consulting avverte che “senza supporto, in Europa il costo dell’idrogeno non scenderà sotto i 5 euro al Kg”.https://t.co/x9IoGbQHNv pic.twitter.com/qTusgZNa8c— jacopo giliberto (@jacopogiliberto) November 1, 2023
Un richiamo che sposa anche i risultati del report di Boston Consulting group per cui non solo l’Italia ma l’intera Europa per essere competitiva nella filiera dell’idrogeno verde dovrà ricorrere a un partenariato pubblico privato.
L’analisi di Boston Consulting group in Veneto
L’analisi di Boston Consulting group ha preso in esame il sentiment di 250 aziende del Veneto come regione campione. Lo studio parte dall’assunto che le dinamiche locali possono influenzare molto lo sviluppo del settore. Per questo comprenderle è determinante per definire piani realizzabili.
L’area industriale di Porto Marghera si candida ad ospitare quella che diventerebbe l’hydrogen valley italiana.
Dall’indagine di Boston Consulting si evidenzia che 38 aziende venete sono già impegnate in progetti sull’idrogeno o lo saranno nel breve termine. mentre l’87 per cento delle aziende è in cerca di un partner strategico, finanziario o per la ricerca e sviluppo (R&D). Poco meno della metà delle aziende intervistate 40 per cento guarda con interesse anche a progetti che prevedono l’utilizzo o l’offerta, intesa come produzione, stoccaggio e distribuzione, di idrogeno.
Mentre il freno principale individuato è la mancanza di conoscenza della tecnologia per il 28 per cento. Infine il 12 per cento percepisce una carenza infrastrutturale e il 20 per cento non lo ritiene un investimento strategico.
Fonte: Canale Energia